Ancona ci porta ormai da tempo, grazie al sostegno dell’Assessorato alla Cultura, alla scoperta di eventi di notevole valore artistico.
In occasione della mostra di Stefano Solimani intitolata Rivelazioni la non comune dimensione di intimità e ricercatezza dell’Atelier dell’Arco Amoroso esalta opere dal grande potere comunicativo.
In una lunga carriera che va dagli anni sessanta ad oggi, Solimani si accosta prima al Chiarismo trattando in maniera splendida il paesaggio, poi al tema del sacro ed infine negli ultimi anni all’iperrealismo delle sue opulente figure femminili.
Proprio all’ultimo periodo si riferisce questa straordinaria raccolta di oli che porta in sé tutto il potere espressivo di un corpo denudato, per lo più femminile, reso con straordinaria precisione ed abilità tecnica. Solimani ferma, svelando prima e rivelando poi, personaggi, cose, sentimenti e sensazioni con un nuovo vestimento, imprimendo sulla tela la potente sensualità di un corpo sorprendentemente svestito che si impone allo sguardo senza mai sembrare invasivo o sfacciato anche se intrigante.
La sua pittura mostra un’evidente fisicità che spicca chiaramente su atmosfere astratte, rivela le fattezze di corpi che fanno da collegamento con l’irrealtà dei fondali, sipari, questi ultimi, appena accennati.
In La Dea del mare, Ricordi d’estate e Composizione ad esempio, la figura umana è evidenziata, delineata e focalizzata da obiettivi fotografici, da cerchi e riquadri, queste divengono ulteriori delimitazioni nel già limitato spazio del quadro, come se quest’ultimo per l’artista fosse troppo grande per contenere quella forma e quel concetto; come se il messaggio, in questo caso il messaggio visivo, netto e ben evidenziato, dovesse irrompere all’improvviso all’interno del pensiero come un’illuminazione e vivere fortemente con i suoi giochi di luci ed ombre.
L’artista vuole fare suo il gesto ed il momento rappresentato, sottolineandolo rispetto allo sfondo che rimane sempre poco evidente, anche quando diventa un paesaggio, una scena naturalistica, uno scenario metropolitano.
Le sue opere nascono sempre da un’emozione e da una profonda riflessione filosofica. L’ispirazione può venire da un incontro casuale, da un dialogo, da una rivelazione che egli ha nei confronti di una persona, solitamente una donna. La pittura diventa quindi analisi dell’intimità, un aspetto che solo un individuo dal mondo interiore molto ricco può riuscire a cogliere.
La sua meticolosità e particolarità lo portano in qualche caso a rivisitare, anche a distanza di mesi, opere precedenti per ridipingerle quasi per intero.